Emma da Montalto di Castro
Montalto di Castro, 1973
Da quando si era separata da mio padre a causa dei
ripetuti tradimenti di quest'ultimo, mia madre era cambiata. Da madre austera e
irreprensibile cominciava a manifestare una rinnovata voglia di vivere e di
divertirsi.
Un pomeriggio venne a casa il mio fidanzato con un suo
collega per bere un drink insieme a noi e fare quattro chiacchiere
La conversazione
fruiva che era una meraviglia e i bicchieri di Martini Rosè pure
accompagnati da ottima musica soft in sottofondo. Notai comunque che Giacomo,
il collega di Mario, e mia madre diventavano via via più intimi.
Alle prime note di “Samba pa ti”, Giacomo invitò mamma
a ballare al centro del soggiorno. Questo mi lasciava campo libero con Mario
che iniziava a limonarmi sul divano in maniera sempre più spinta facendo salire
la mia eccitazione a limiti incontrollabili,
:”Ehi....metti le mani a posto, c'è mia madre!” dissi a Giacomo mentre
intrufolava una manaccia sotto le mie mutandine ormai zuppe, :” Dai
ciccina...sapessi quanta voglia ho di scoparti, ho portato apposta Giacomo per tenere impegnata la mammina, che
a quanto sembra non si fa pregare” rispose lui con tono beffardo.
Mi girai verso i due che ballavano e con mio enorme
stupore vidi che Giacomo aveva sollevato la gonna di mia madre che con mia
ulteriore sorpresa era senza mutandine e si faceva impastare il culo con
estrema disinvoltura.
Intanto la paccata con Mario si stava avviando verso
una strada senza uscita, il porco mi aveva sbottonato la camicetta, abbassato
le mutandine e si stava dedicando alla mia fregna con un ricamo di lingua appassionato.
La mia eccitazione era ormai
tale da fregarmene che ci fosse anche mia madre che a quanto sembrava in quel
momento aveva ben altri impegni, Impegni di passera, anzi la cosa la trovavo
tremendamente eccitante!
Difatti la porcona aveva ora preso a slapparsi senza
ritegno la mazza di Giacomo con una perizia da esperta bocchinara con tanto di
sonori risucchi e sputi sul cazzo!
Spontaneamente troie iniziammo una specie di gara
spompinatoria sui nostri stalloni arrapati dove il premio finale sarebbe stato
il contenuto dei loro coglioni.
“Ho voglia di farti il culo”
mi sussurrò Mario all'orecchio “ Che cazzo aspetti?” risposi io. Si lubrificò
la nerchia nella mia spacca allagata e con la cappella prese a farsi lentamente strada nel mio culo fino a
dilaniarmi lo sfintere.
Mentre mi gustavo quel randello tra le chiappe vidi
che Giacomo aveva seguito l'esempio di Mario e si era impalato mia madre sulla
fava fino alle palle “ Sfondami, sfondami questo culo rotto, porco!” ansimava
la troia nel delirio della goduria. Eravamo entrambi impalate di culo sui
nostri maschi, l'aria era pregna del profumo acre delle nostre sorche eccitate
che ci masturbavamo oscenamente e ormai scivolate in quel gorgo di libidine
porca, eravamo più che mai decise a svaccarci fino in fondo.
Ci ritrovammo faccia a faccia mentre i due montoni ora
ci inforcavano le sorche alla pecorina con ritmi forsennati tra grugniti
animaleschi e ceffoni sulle natiche e istintivamente prendemmo a limonare come
porche non senza dirci cosa pensavamo
l'una dell'altra “ Troia!” “ Puttana!” Da quel momento i due zozzoni
cominciarono ad appellarci con pesanti epiteti tipo lesbicone, vacche e troione
fino all'acme di quell'inaspettato quadrilatero quando ci innaffiarono visi e
corpi con potenti schizzi di sborra calda.
Ma quando se ne furono andati tra me e mia madre non
era finita certo con quella breve pomiciata. Una volta sole ci posizionammo in
69 facendoci letteralmente uscire il cervello dalle spacche, poi ci trasferimmo
in camera da letto e ci godemmo reciprocamente per tutta la notte con poderose
slinguate di passera.
Da mamma e figlia ci eravamo rivelate due calde
mignotte affiatate e affamate. Quando in paese si sparse la voce, un esercito
di porconi allupati era disposto a gettare ponti d'oro pur di averci a letto
insieme e cogliemmo quindi la palla al balzo per alzare un po' di grana. E ne
facemmo di quattrini...